VESTITA O SVESTITA???
Sr. Maristella De Marchi – (Missionarie dell’Immacolata, Marzo 2002)
Mi trovo sul tram nel traffico di Milano. Passa una donna musulmana rigorosamente vestita con il chador. Immediate le reazioni di alcune signore: “Ti sembra che sia il caso di vestirsi così? Dev’essere ben ingombrante e triste passare la vita in questo modo!”. I commenti continuano. Prese dalla discussione le signore non si accorgono di un enorme cartellone con una donna svestita per pubblicizzare l’ultimo modello di collant. Sento tutto il contrasto: una donna troppo vestita e l’altra senza vestito! E nasce una domanda: “Ma il corpo della donna e la sua bellezza che valore hanno nei due differenti ambiti culturali?”. . Nell’Islam è chiara la supremazia dell’uomo sulla donna. La donna esiste in relazione all’uomo, prima come figlia e poi come sposa. Il suo corpo e la sua bellezza sono proprietà del marito, non può essere vista e ammirata da altri: sarebbe pericoloso per la fedeltà coniugale. La donna è percepita come una persona alla quale non si dà fiducia, perché è incapace di gestire i propri sentimenti, facile a cadere in balia del primo ammiratore che incontra. È considerata sempre una bambina da proteggere, senza responsabilità e libertà. . In questa nostra società occidentale il corpo della donna e la sua bellezza sono un prezioso oggetto di commercio e di godimento senza nessun limite apparente. Troppo poco si sente protestare per l’uso che la pubblicità fa del corpo della donna! La donna serve per far desiderare un’automobile, per attirare l’attenzione su un buon bicchiere di vino, per reclamizzare un modello di vestiario all’ultima moda. Non importa se così il suo corpo viene venduto, importa il prezzo commerciale dell’immagine. La donna diventa semplicemente qualcosa da guardare e desiderare. Ne consegue, da parte sua, una totale libertà nel gestire le relazioni, gli affetti e la fedeltà o infedeltà all’uomo che ha scelto, come se non dovesse risponderne a nessuno. Ma c’è anche un’altra possibilità. . La Bibbia ha una parola da dire sull’essere e farsi bella della donna. Ecco cosa dice parlando della relazione di Israele con il suo Dio, come di una relazione tra lo sposo e la sposa: “Passai vicino a te e ti vidi; ecco, la tua età era l’età dell’amore; giurai alleanza con te, dice il Signore Dio, e divenisti mia. Ti lavai con acqua, ti unsi con olio; ti vestii di ricami, ti calzai di pelle di tasso, ti cinsi il capo di bisso e ti ricoprii di seta; ti adornai di gioielli: ti misi braccialetti ai polso e una collana al collo: misi orecchini agli orecchi e una spelndida corona sul tuo capo… Diventasti sempre più bella e giungesti fino ad esser regina. La tua fama si diffuse fra le genti per la tua bellezza, che era perfetta, per la gloria che io avevo posta in te” (Ez 16). Non si può dire che Dio, come Sposo, si sia risparmiato nell’abbellire la sua Sposa perché avesse l’ammirazione di tutti! Dio dimostra una fiducia totale nella sua Sposa, nella sua capacità di essergli fedele, nella sua maturità umana e di relazione. Sappiamo che Israele, la Sposa, non è stata fedele a Dio: ma Dio rimane fedele lasciando alla donna e all’uomo la libertà di accogliere la sua proposta di vita, nel rispetto di se stessi, del proprio corpo e della bellezza propria e altrui. Senza svendersi per ciò che non vale o gettare alle ortiche ciò che è importante, senza aver paura della propria libertà e bellezza, ma gestendo con responsabilità il dono ricevuto. . Un Dio così dove lo troviamo? È soltanto il Dio rivelato da Gesù Cristo che ha rotto tutti gli schemi sociali del tempo, pur di instaurare una relazione vera con la donna. Ma la Parola di Dio non si ferma qui e ci propone una bellezza interiore senza la quale quella esteriore è quasi un inganno: “Il vostro ornamento non sia solo quello esteriore, capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti; cercate piuttosto di adornare l’interno del vostro cuore con un’anima incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio” (1 Pt 3, 3-5). L’armonia tra l’esterno e l’interno dà alla donna la capacità di rendere bella la vita. Allora vestita o svestita? Né l’uno né l’altro: bella secondo il disegno di Dio che l’ha creata come un prodigio!